Maria Montessori, all’anagrafe Maria Tecla Artemisia Montessori, è stata una delle figure più importanti a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nata a Chiaravalle il 31 agosto del 1870, durante la sua vita ha svolto attività di educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile, filosofa e scienziata. E’ conosciuta soprattutto per il Metodo Montessori, ma è stata molto di più; per approfondimenti vi consigliamo di visitare questa sezione.
Anticipatrice del cambiamento
Pilastro della pedagogia italiana e internazionale del Novecento, ha trascorso l’infanzia tra Firenze e Roma, per esigenze di lavoro del padre Alessandro Montessori. Nella Città Eterna, Maria frequenta la facoltà di medicina, laureandosi nel 1896, diventando così la terza donna a laurearsi in questo settore. Nello stesso anno partecipa al Congresso Internazionale delle donne a Berlino, durante il quale lancia un appello appassionato contro la disparità dei salari in fabbrica tra uomini e donne.
Nel 1897 diventa assistente alla cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma, interessandosi in maniera sempre maggiore all’apprendimento in età infantile e ai casi di frenastenia. Il termine, oggi in disuso, indicava allora una insufficienza dello sviluppo mentale. Gli studi compiuti evidenziano che i limiti di apprendimento di questi bambini sono di carattere pedagogico, più che medico o clinico.
Gli spunti per un miglioramento pedagogico ed educativo emergono nel 1898, al congresso pedagogico di Torino. Tali lavori le consentono di ottenere l’incarico di un corso su psichiatria e frenastenia da impartire alle maestre delle scuole infantili di Roma, direttamente dal ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli.
Nascita del Metodo Montessori
Durante gli ultimi anni del XIX secolo conosce Giuseppe Montesano, dalla cui relazione nasce il figlio Mario, inizialmente “tenuto in segreto” e affidato a una famiglia del Lazio. Negli anni successivi Maria riesce però a ottenere l’incarico di tutore legale del figlio, grazie alla morte della precedente famiglia.
L’amore per l’insegnamento e la pedagogia le permettono nel 1899 di fondare e dirigere la Scuola Magistrale Ortofrenica per educatori di bambini con disabilità; la scuola viene inaugurata a Roma nel 1900. In questo contesto sviluppa una didattica basata su metodi, osservazioni e materiali degli studiosi e medici Itard, Séguin, Pestalozzi e Froebel.
Nonostante la veridicità delle analisi degli studiosi citati, queste teorie rimangono per lo più marginali, in contrasto con l’opinione e i pregiudizi diffusi nei confronti di questi bambini, definiti generalmente “anormali”. Maria Montessori riprende invece le teorie proposte, in particolare quella di Séguin, convinta delle opportunità offerte dagli interventi educativi adeguati nel recupero dei soggetti con ritardo mentale.
Sulla base di questi apporti medico-scientifici, Maria Montessori sviluppa un metodo medico-pedagogico, basato sull’educazione igienica, muscolare, sensoriale, e sullo sviluppo delle abilità di scrittura e letterarie.
La dimensione igienica è necessaria per incrementare la sensibilità e richiamare l’attenzione del soggetto sull’ambiente esterno; lo sviluppo muscolare è legato ai problemi di coordinazione dell’attività muscolare, come l’atonia o l’iperattività, spesso presenti nei casi di insufficienze mentali; quello sensoriale è finalizzato a stimolare abilità che rappresentano il punto di partenza per l’acquisizione di ulteriori competenze, come l’associazione o discriminazione di colori, forme, superfici, suoni, sapori, odori, ecc.; lettura e scrittura sono apprese nell’ultima fase dell’intervento, attraverso la comprensione delle lettere mobili dell’alfabeto.
La casa dei Bambini
I risultati sono sorprendenti, ma mentre gli “addetti ai lavori” ammirano i traguardi raggiunti dai bambini con discapacità, l’educatrice si interroga sulla possibilità di estendere questo metodo anche a “normodotati”.
La possibilità di verificare questa suggestione arriva nel 1906, dalla necessità di riqualificare il quartiere popolare di San Lorenzo a Roma. L’idea è del Direttore generale dell’Istituto Romano dei Beni Stabili, a causa delle precarie condizioni igieniche, scolastiche e sociali del quartiere.
Si fa strada perciò l’idea di dotare le case popolari di scuole per l’età prescolare (3-7 anni); ogni casa sarebbe stata dotata di una scuola, che avrebbe assunto il nome di Casa dei Bambini. La prima a essere inaugurata fu quella di Via Marsi, quartiere San Lorenzo, il 6 gennaio 1907, per i figli delle famiglie operaie del quartiere.
All’interno della prima Casa, Maria Montessori si trova a lavorare con circa 50 bambini, tra i 2 e i 6 anni: è in questa dimensione che, trasferendo le esperienze fatte con bambini con discapacità, ottiene risultati sorprendenti, suscitando stupore e ammirazione in tutti i settori.
Metodo pedagogico, successo e diffusione
E’ in questo momento che si può parlare a tutti gli effetti della nascita del Metodo montessoriano. Nell’aprile dello stesso anno viene aperta una seconda Casa dei Bambini, sempre a Roma, aprendo di fatto la strada a questo nuovo tipo di insegnamento e alla nascita di altre case dei bambini, in Europa e nel mondo.
La diffusione di queste nuove teorie e nuove pratiche di insegnamento le permettono anche di pubblicare la sua principale opera Il metodo della pedagogia scientifica applicata all’educazione infantile, nel 1909, in cui vengono descritte nel dettaglio le caratteristiche fondanti. L’opera riscuote un notevole successo, testimoniato anche dalle molteplici riedizioni e dalle traduzioni in numerose lingue.
“Per insegnare bisogna emozionare. Molti però, pensano ancora che se ti diverti non impari
Maria Montessori
L’importanza di quest’opera è da subito evidente: per la prima volta veniva presentata una immagine diversa e positiva del bambino, indicato il metodo più adatto al suo sviluppo spontaneo e dimostrata la sua ricca disponibilità all’apprendimento culturale, i cui possibili risultati non erano stati mai prima immaginati e verificati.
Il Fascismo…
L’opera, seguita da quella pubblicata nel 1912 dal titolo L’autoeducazione nelle scuole elementari, la fanno conoscere a livello mondiale; nei suoi viaggi in USA ed Europa è accolta con entusiasmo e le sue idee e metodi si diffondono rapidamente. Ovunque si aprono delle Case dei Bambini e per Maria Montessori inizia un periodo di lunghi soggiorni d’insegnamento in Inghilterra, Spagna, Olanda, Austria, Buenos Aires.
L’avvento del fascismo nei primi anni ‘20, è inizialmente un assist per la diffusione nazionale del nuovo metodo pedagogico. Nel 1924, anno del delitto di Giacomo Matteotti, Maria Montessori inaugura l’Ente Morale Opera Nazionale Montessori, mentre nel 1929 nasce l’Associazione Montessori Internazionale, sulle orme dell’ONM.
E’ importante notare come la dimensione internazionale dell’ONM sia supportata e incentivata da esponenti del calibro di Jean Piaget, Sigmund Freud, Guglielmo Marconi, Jan Masarik e Rabindranath Tagore.
A partire dal 1924, Mussolini introduce il Metodo Montessoriano in tutte le scuole italiane, diventando la base pedagogica d’insegnamento fino al 1934, anno in cui le evidenti divergenze politiche, e la consapevolezza della strumentalizzazione propagandistica dietro all’utilizzo del Metodo, la spingono a lasciare l’Italia.
… E l’estero
Montessori, accompagnata dal figlio Mario, si sposta così prima in Spagna, da dove scappa nel 1936 con l’avvento del franquismo, poi in Inghilterra, Olanda, India e nuovamente in Olanda. Nel frattempo, in Italia, Germania e Austria tutte le scuole montessoriane sono immediatamente chiuse.
L’ostracismo nazifascista fa tuttavia da contraltare al successo ottenuto negli altri paesi europei: nel 1930 in Olanda figurano più di 200 scuole Montessori, in 28 città diverse, per un totale di 6.000 bambini. Il successo mondiale della sua figura e delle sue proposte metodologiche la portano in India, per tenere corsi e diffondere le proprie conoscenze, su invito della Società Teosofica.
La fine del conflitto le permette di tornare, col figlio, in Italia soltanto nel 1947, ma soltanto temporaneamente, stabilizzandosi e trascorrendo gli ultimi anni in Olanda, dove si spegne nel 1952, a Noordwijk, all’età di 82 anni. Il 6 maggio di quest’anno ricorre il 70° anniversario della morte di questa figura, tra le più iconiche del XX secolo.
Eredità e fama mondiale
Il lascito di una delle figure più importanti del panorama mondiale del Novecento è evidente in molti paesi e istituzioni scolastiche. A partire dalla prima opera, tradotta nei 3 anni successivi in francese, inglese, tedesco, russo, polacco e pubblicata in Giappone, Irlanda, Danimarca e Olanda, passando per l’utilizzo del metodo stesso, Maria Montessori è stata punto d’ispirazione e di riferimento a livello mondiale.
Tra le principali eredità di Maria Montessori per le generazioni future troviamo l’analisi e la considerazione del gioco, non come fine stesso, ma come stimolo nei bambini ad apprendere, tramite lo sviluppo di una propria visione del mondo attraverso l’esperienza diretta. In secondo luogo, un’elevata empatia e disponibilità verso i bambini, stimolati e “lasciati” liberi di apprendere.
Negli anni sono nate in molti paesi (Giappone, India, Canada, Stati Uniti), scuole apposite per l’utilizzo del metodo Montessori, considerato come uno dei principali esperimenti di una “scuola nuova”.
Un’ulteriore testimonianza della sua grandezza è, per chi non lo sapesse, la comparsa del suo volto sulla banconota da 1000 Lire, utilizzate a partire dal 1990, in sostituzione della precedente e raffigurante il volto di Marco Polo.
Il bambino padre dell’uomo
Il Metodo Montessoriano mira a fare della scuola non la casa per bambini, ma la casa dei bambini, un ambiente adatto alla libera esplicazione della loro attività, dove la maestra non insegna propriamente, ma assiste individualmente i bambini, mentre spontaneamente si esercitano col materiale didattico, cui è data un’estrema importanza. L’insegnante deve essere solo il mediatore che favorisce la voglia di fare, innata nel bambino; deve saper osservare, scegliere il materiale adatto e saper tacere al momento giusto.
“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo
Maria Montessori
L’analisi sul Metodo è articolata in quattro periodi, relazionati alle fasi di crescita del bambino. Potete trovare spunti e approfondimenti di ottima qualità qui.
Dopo il Metodo, conosciuto nelle successive ristampe come La scoperta del bambino, altre opere vedono la luce: Antropologia pedagogica, L’autoeducazione nelle scuole elementari, Il bambino in famiglia, ecc.
Nuovi interessi stimolano la mente creativa di Maria Montessori, che nelle sue osservazioni scopre e valorizza i “nuovi caratteri” del bambino e la sua insostituibile funzione nella conservazione e nel perfezionamento dell’umanità. Qui si inseriscono i temi della dimensione cosmica dell’educazione e della pace, visioni che portano l’educazione e la pedagogia a un livello di profondità mai raggiunto prima.
Contro la disparità di trattamento
La grandezza della figura di Maria Montessori è lampante, ma non solo in ambito pedagogico; durante la sua esistenza, ha puntato l’attenzione sulla disparità tra uomo e donna, in ambito lavorativo, sociopolitico, ribadendo la necessità di un movimento femminista unito.
Secondo la studiosa, il movimento delle donne non doveva soltanto sradicare i preconcetti degli uomini, ma anche quelli delle donne che, non avendo ricevuto un’educazione alla vita sociale, rimanevano ancorate alle abitudini e prassi, lasciando cadere nel vuoto le proprie qualità e capacità.
Oltre ad abitudini sociali socialmente stratificate, la “lotta” doveva riguardare anche leggi e le donne stesse che rinunciavano alla propria rivendicazione; gli altri temi approfonditi riguardavano le condizioni lavorative e salariali, oltre a problemi legati alla maternità.
Come si può vedere, Maria Montessori è stata ben più di una “semplice” scienziata; il coraggio di cambiare lo status quo in qualsiasi ambito, dalla medicina alla pedagogia, dal diritto di voto a quello del lavoro, sono la più grande eredità di una figura intramontabile, anche a 70 anni dalla sua scomparsa.
Il Museo Casa Montessori Chiaravalle
Di recente, la sua casa natale a Chiaravalle è diventata il Museo Casa Montessori, un importante progetto della città orientato al restauro dell’immobile; i circa 130 metri quadrati sono stati riorganizzati come un ambiente di apprendimento, suddiviso in più stanze: Stanza della Mappa, dedicata alla vita di Maria Montessori, quella del Metodo, pensata per raccontare la storia e l’evoluzione del noto “Metodo Montessori”; la Stanza 3.0, che presenta un archivio multimediale e un laboratorio culturale, quella di Lettura, che custodisce le pubblicazione e i testi (anche inediti) scritti da Maria Montessori; la Stanza Verde, uno spazio onirico compreso in un perimetro verde arricchito dalle vasche con tulipani, simbolo della fase finale della sua vita trascorsa in Olanda.