La scrittura della Tesi di Laurea è il momento del proprio percorso universitario, il momento più complicato ma anche quello che può regalare le maggiori soddisfazioni. La Tesi è una ricerca, è il proprio contributo originale a un mondo che già esiste ma aspetta nuove prospettive per migliorarsi. Data la responsabilità, la preparazione della tesi di laurea deve essere scrupolosa, attenta e seguire regole di stesura e impaginazione chiare. Su internet ci sono alcuni siti molto utili che offrono servizi di “aiuto tesi”, ma anche noi possiamo darti una mano se cerchi qualche dritta.
Tesi compilativa o tesi sperimentale: quale scegliere?
Il tipo di tesi è la prima cosa da definire, contemporaneamente alla scelta del tema su cui incentrarla. La scelta tra una tesi compilativa e una sperimentale è indirizzata da vari fattori:
· Il tempo: bisogna capire quanto tempo si voglia dedicare alla stesura della tesi, ma soprattutto quanto tempo ci sia a disposizione prima delle scadenze definitive imposte dal proprio corso di laurea. Una tesi compilativa richiede meno tempo di una sperimentale per essere completata.
· Il voto: non tutti, arrivati al momento di scrivere la tesi, sono nella necessità di dover puntare a dei punteggi elevati per alzare il voto di Laurea. Se si ha già una media voti elevata, vicina o uguale al 110, si può pensare di fare una breve tesi compilativa per ottemperare al dovere, senza impiegare troppe energie. Se invece si avesse una media voti lontana dal 110, e si volesse raggiungere questa votazione (magari con la Lode), la tesi sperimentale è la scelta obbligatoria.
· Il dopo-Laurea: la tesi è in tanti campi un biglietto da visita fondamentale. In ambito scientifico è d’obbligo produrre un lavoro sperimentale per potersi presentare al meglio nel mondo del lavoro. Nel caso l’ambito lavorativo cui dà sbocco il tuo corso di laurea non richiedesse la presentazione di lavori di ricerca, puoi pensare alla scrittura di una tesi compilativa.
5 metodi per citare le fonti nella tesi
Una delle parti più critiche nella stesura della tesi di laurea è quella della citazione delle fonti: bisogna assicurarsi di evitare plagi. Ci sono vari metodi per citare le fonti su cui si basano le proprie argomentazioni, e a volte ci si può un po’ perdere. Il primo consiglio che possiamo dare in questo senso è di chiedere al proprio relatore (o anche al coordinatore del proprio corso di Laurea) se vi siano dei metodi preferiti da seguire necessariamente.
Nel caso in cui non vi siano indicazioni preferenziali riguardo lo stile di citazione, possiamo suggerirvi i cinque metodi più usati:
1. Il metodo APA (American Psychology Association). È uno dei metodi “autore-data”, cioè prevede che nel corpo del testo la citazione venga segnalata così: (Autore, anno di pubblicazione). Nel riferimento bibliografico si segue questo schema: Autore (anno di pubblicazione). Titolo dell’opera. Città, Nazione: Casa Editrice.
2. Metodo Harvard. Probabilmente il più utilizzato insieme con l’APA, è un altro metodo “autore-data” che si discosta dal suddetto solo per alcuni, minimi particolari. Nel corpo del testo la citazione si segnala con (Autore anno di pubblicazione), senza la virgola tra autore e anno di pubblicazione. Nella sezione dei riferimenti bibliografici si segnala con “Autore (anno di pubblicazione), Titolo dell’opera, Casa Editrice, Città.
3. Metodo Chicago. Un metodo che può lasciare più “pulito” il corpo del testo, utilizzando apici numerati per rimandare alle note a piè di pagina, oppure fornire indicazioni extra nel corpo del testo. Chicago “A version”, prevede apici numerati nel corpo del testo, che rimandano alle note a piè di pagina, dove si segue questa successione es. “1Autore, Titolo dell’opera (Città: Casa Editrice, anno di pubblicazione)”. In bibliografia la citazione si deve riportare allo stesso modo. Chicago “B version” prevede che nel corpo del testo la citazione si segnali con (Autore anno di pubblicazione, pagina/e), e un riferimento esteso come nella “A version” in bibliografia.
4. Metodo Turabian. Altro metodo autore-data, simile al Chicago in quanto dà la scelta tra una versione con apici numerati e note a piè di pagina (più riferimenti bibliografici) o una con riferimenti sintetici nel corpo del testo e riferimenti bibliografici. Nella “A verison” Turabian ha l’apice nel corpo del testo, la prima citazione a piè di pagina del tipo “1Autore, Titolo dell’opera (Città: Casa Editrice, anno di pubblicazione), pagina/e” (mentre dalla seconda citazione in poi della stessa pagina si omette “(Città: Casa Editrice, anno di pubblicazione)”) e il riferimento in bibliografia del tipo “Autore, Titolo dell’opera. Città: Casa Editrice, anno di pubblicazione”. La “B version” di Turabian prevede che nel corpo del testo si indichi la citazione con “(Autore anno di pubblicazione, pagina/e)” e nei riferimenti bibliografici con “Autore. Anno di pubblicazione. Titolo dell’opera. Città: Casa Editrice”.
5. Metodo Vancouver. È un metodo numerico, che però rispetto ai precedenti non prevede note a piè di pagina ma solo il riferimento nella bibliografia. Nel corpo del testo la citazione di indica con es. “(1)”, mentre in bibliografia si segue la successione es. “1. Autore. Titolo dell’opera. Città: Casa Editrice: 2005.
Scrittura della tesi: mantenere la calma!
Gli ultimi consigli per una proficua redazione della tesi sono rivolti all’aspetto mentale. La stesura della tesi è un percorso spesso lungo e stancante, per quanto porti una soddisfazione personale. Durante i mesi passati a raccogliere e riorganizzare le informazioni, fino all’impaginazione della tesi e all’invio finale è fondamentale:
- mantenere la calma;
- assicurarsi di aver definito chiaramente l’obiettivo della propria ricerca;
- tenere a mente gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la propria ricerca, evitando di perdersi in inutili deviazioni;
- chiedere aiuto al relatore ogni volta che si perda la bussola (il tempo è prezioso!);
- rileggere sempre, e se possibile far leggere ad altre persone il proprio lavoro: gli errori passano inosservati quando si è immersi nel lavoro!